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La V100, e i suoi primi “passi”

Ha destato un discreto interesse questa moto da quando è stata presentata: come ho già scritto in un’altra occasione, questa Guzzi rappresenta un cambio di passo dell’azienda, un nuovo capitolo pur mantenendo fede al V2 fronte marcia che da mezzo
secolo caratterizza la produzione del costruttore di Mandello.
Prima di descrivere la mia esperienza, ci terrei a contestualizzarne il Marchio. Intanto sottolineo che è la realtà motociclistica più antica d’Europa, producono moto dal 1921 e non hanno mai smesso; meglio di Guzzi, fa solo Harley Davidson, che nasce pochi anni prima negli “states”: ancora lavora sul V2 longitudinale che è diventato il simbolo del Marchio americano e delle sue moto.
La produzione motociclistica Bmw iniziò nel 1923, due anni dopo, con la R32.
L’appeal di Guzzi nel nostro paese non brilla, al momento: ammetto che neppure io ero un estimatore del marchio e delle sue moto, finché non ho potuto toccare con mano e guidare una Le Mans del 1978 che ho pazientemente restaurato con l’aiuto di mio padre.
Lui a differenza mia ne ha sempre avuto grande rispetto e stima, fiero possessore di un Falcone 500 e una V7 750 del 1971. I giovani motociclisti neanche la conoscono, la Guzzi, oppure solo in maniera marginale: ne hanno una bassa considerazione e viene vista come di una moto per un pubblico “maturo”.
Fortunatamente non è così all’estero, dove ne stimano sia il glorioso passato agonistico che le moto, con la
loro personalità.
Ad esempio poche persone sono a conoscenza della V8: nel 1956 alla Guzzi costruirono una moto da gran premio con motore a otto cilindri a V, con innovazioni
tecnologiche all’avanguardia per l’epoca.
Nel 2021 Guzzi ha festeggiato i 100 anni di attività e l’occasione era ghiotta per presentare la V100: molti richiami storici nella linea, 1000cc, prima moto con raffreddamento a liquido, e tante altre innovazioni tecnologiche, come a voler prendere le distanze con la produzione precedente.
L’aspetto estetico, mai cosi gradevole e ricercato in una Guzzi, è assolutamente di secondaria importanza rispetto alla quantità di contenuti tecnici, dinamici e prestazionali.
È complicato descrivere a parole quanto efficace, bilanciata, divertente sia questa moto.
Ciò che mi ha colpito sono le dimensioni compatte, il peso contenuto e poco percepito per il genere di moto e la dotazione tecnica.
Sono felice possessore di una BMW Gs 1200 rally, quindi teoricamente appagato motociclisticamente parlando, ma le caratteristiche di questa V100, a cominciare dalla sospensione Ohlins della versione S, passando per i dischi freno da 330mm, il cardano senza leveraggi realizzato con una bella fusione, mi ha
estremamente incuriosito. L’ho guidata per 1500 km: non sono molti, e per me non sono sufficienti neanche a prenderci la dovuta confidenza e capirla bene, ma devo ammettere che questa moto ha superato di gran lunga anche le più ottimistiche aspettative. Per fare un paragone facile è come scendere da un camper(la tedesca…)e salire su di una spider(la v100) ai piedi di un passo dolomitico… e quando guardi le aquile ai lati del serbatoio ti senti un po’ spaesato perché stenti a credere di essere in sella ad una moto di Mandello tanto è gustosa e bella da guidare. La realtà è che delle moto
Guzzi conosciute e viste fino ad ora conserva a malapena il sound: è qualcosa di completamente nuovo e ad oggi non avevo ancora guidato qualcosa di così divertente, stabile, sicura, facile: non è un aereo, ma non cercavo neanche quello e scendendo da una GS non mi aspettavo di trovarmi nettamente meglio sotto ogni punti di vista. Le mie abilità in sella hanno trovato un riscontro migliore rispetto alla tedesca, con un terzo dello sforzo fisico necessario. Probabilmente la mia statura non elevata e la mia forza fisica contenuta, non mi sono di grande aiuto in sella alla Bmw, pensata per un pubblico di taglia nordica, fatto sta che questa Mandello mi è piaciuta veramente tanto.
Non ho sofferto l’assenza del telelever e la frustrazione che mi procura l’ESA(le sospensione di Bmw, a mio avviso un limite della GS): è una liberazione guidare con un’ottima forcella tradizionale, vincente dal punto di vista dinamico perché permette di percepire in tempo reale ogni reazione della moto anche con angoli di piega pronunciati.
Poi è regolabile a piacimento, come il mono posteriore.
Nel corso degli anni ho provato diverse moto, per poi affezionarmi alla GS perché rappresenta un ottimo
compromesso. Salvo poi rimettere tutto in discussione alla luce di quanto emerso in questi km.
Premetto che non ho fatto un metro di autostrada, ma neanche con la GS: uso la moto prevalentemente sui
passi, e anche quando mi allontano dall’area appenninica è sempre per andare alla ricerca di percorsi
tortuosi.
La tedesca in un lungo viaggio sarà sicuramente più protettiva nonostante l’aerodinamica attiva della V100, ma oltre ad essere una tipologia di moto diversa, è un
aspetto poco importante da un punto di vista personale: come ho già scritto, non ho la necessità di
raggiungere velocità importanti o di percorrere lunghi trasferimenti.
Non l’ho messa sulla bilancia, e il peso percepito è nettamente inferiore se paragonata alla mia moto; nelle
manovre la V100 ha un raggio di sterzo ridotto rispetto alla GS, ma rientra nella norma se messa a confronto
con una moto con forcella tradizionale.
Quanto al motore, posso dire che spinge forte e lascia pensare di non avere complessi di inferiorità: i 115cv dichiarati sembrano anche di più, tanto che dalla telemetria(si, con la piattaforma MIA si possono scaricare i dati di ogni percorso, ed è veramente completa)si vede che a gas “pieno” non ho mai osato.


Beh, sono disorientato; questa “mandellese” mi sta facendo girare la testa, e non ringrazierò mai abbastanza Gabri di FG moto di Ravenna per avermi dato questa possibilità.
Ora, devo riordinare le idee, alla GS sono affezionato ma la Guzzi è emozione pura, un cavallo di razza: si sa,
al cuore non si comanda.

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