Il Cucciolo della Ducati: quando un cagnolino lanciò un motore e nacque un mito

Di Inca – Due Ruote News
In un mondo dove il marketing è spesso dominato da algoritmi, budget milionari e studi di neuromarketing, è bello ogni tanto riscoprire la potenza di una storia semplice, genuina e curiosa. Una storia che profuma di carta stampata, mercatini dell’usato e intuizioni geniali fatte più di cuore che di KPI.
Torniamo indietro nel tempo, all’immediato dopoguerra, quando la Ducati – oggi regina delle due ruote – era ancora una realtà in fase di evoluzione, alle prese con la necessità di creare mobilità accessibile, economica e leggera. È in questo contesto che nasce il mitico “Cucciolo”, un piccolo motore ausiliario da applicare a telai di biciclette, destinato a cambiare la mobilità degli italiani.
Ma perché “Cucciolo”?
E soprattutto… da dove arriva quel celebre manifesto pubblicitario con il simpatico cagnolino che porta in bocca proprio quel motore?
👉 La risposta sta in un aneddoto che non troverete nei manuali di branding, ma che da studente del master in marketing alla Bologna Business School – sotto la guida di Federico Minoli, che fu anche turn-around manager della Ducati in uno dei momenti più difficili dell’azienda – ho avuto il piacere di scoprire e che oggi amo raccontare come piccola gemma di storia industriale italiana.
Tutto nacque per caso. Non esisteva ancora la figura del marketing manager come la intendiamo oggi. Eppure, un responsabile della Ducati dell’epoca, durante una passeggiata tra le bancarelle di un mercatino a Milano, rimase colpito da un’immagine: un cane tenerissimo che portava in bocca un piccolo oggetto metallico. Era una stampa, un’illustrazione vintage. Quel dettaglio – il gesto del trasporto, la delicatezza dell’animale, l’idea di forza leggera e affettuosa – fece scattare qualcosa.
📌 E così nacque l’idea: usare quella figura per promuovere il nuovo motore. Quel “cucciolo” meccanico, piccolo ma potente, sarebbe diventato un simbolo iconico di ripresa, libertà e movimento. E da lì nacque anche il nome: Cucciolo, un motore dal cuore romagnolo e dall’anima popolare, che portava il peso della mobilità italiana… ma sempre con un sorriso.
Oggi il Cucciolo è un pezzo di storia del motociclismo, ma anche del marketing ante litteram. Un esempio straordinario di come, spesso, i brand più autentici nascano non da una strategia, ma da un’intuizione, da uno sguardo attento, da una scintilla.
E ogni volta che racconto questa storia a chi non la conosce – studenti, appassionati, amici delle due ruote – vedo gli occhi brillare. Perché dietro ogni mito, c’è sempre un dettaglio che lo ha reso possibile.
E in questo caso, quel dettaglio… aveva quattro zampe e un musetto simpatico.
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