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Marquez manca all’appello ma vola in Ducati

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La Spagna punta a un clamoroso poker: dopo Bautista in SBK e con Acosta ormai campione in Moto 2, punta a vincere in Moto 3 con Masia e in MotoGP con Martin. Mentre Marquez emigra in Ducati

C’è una Spagna che sogna di fare un filotto che non s’è ancora mai visto nella storia del motociclismo, ma c’è anche un Marc Marquez che pensa già a quello che dovrà riservargli il futuro. Nel dettaglio, una moto che non sarà l’amata Honda, portata 6 volte sul trono iridato a partire dal 2013, anno in cui fece il suo debutto in top class.

Un binomio destinato a dividersi a fine stagione, quando l’ex campione del mondo ha già fatto sapere di spostare armi e bagagli nel team Gresini, quindi montando per la prima volta in carriera su una Ducati. Una scelta che ha fatto discutere, soprattutto perché arrivata in coda a due annate tribolatissime vissute in casa HRC, lontana anni luce dai fasti pre Covid e soprattutto da quando Marquez poteva dire di correre al 100% della condizione fisica, poi minata da continui e ripetuti infortuni.

A secco di vittorie da due anni esatti (ultimo successo nel round 2 di Misano del 24 ottobre 2021), Marc ha preso la scelta più “dolorosa”, motivandola come necessaria. E lo ha fatto ben sapendo che il team Gresini non avrebbe potuto garantirgli uno stipendio di pari livello a quello pattuito con Honda, sebbene il pilota ha rimarcato come non andrà in Ducati a correre gratis, come qualcuno ha avuto l’ardire di affermare nei giorni scorsi.

La Spagna vuole il poker: due titoli sono già cosa fatta

Marquez in Ducati è una piccola grande rivoluzione, che per giunta arriva in un momento in cui il motociclismo spagnolo è tornato a dettare legge. Considerando che Alvaro Bautista ha già fatto suo il titolo mondiale 2023 in Superbike, in sella all’Aruba Ducati, restano da assegnare i tre titoli del motomondiale, di cui almeno uno appare saldamente in mano a un suddito della futura regina Leonor.

È quello di Moto 2, con Pedro Acosta che domina dall’alto del 300,5 punti conquistati: gliene mancano 13 per laurearsi campione del mondo già in Malesia, ma potrebbe anche accontentarsi di vedere Tony Arbolino non concludere la gara o non raccogliere almeno 13 punti (cioè non deve andare a podio).

Dovrà invece sgomitare un po’ di più Jaume Masia in Moto 3, dove pure ha ripreso slancio nell’ultimo gran premio di Buriram grazie al ritiro del giapponese Sasaki, tornato a 17 punti di distanza, senza dimenticare che a 25 punti c’è anche Daniel Holgado, altro rappresentante spagnolo che potrebbe reinserirsi nella lotta per il titolo (è calato fortemente nelle ultime gare: dopo 12 round stagionali era in vetta al mondiale).

La grande sfida: Jorge Martin contro Pecco Bagnaia

Chiaro però che il compito più difficile di tutti toccherà a Jorge Martin, che paga la caduta in Indonesia che l’ha fatto rimbalzare nuovamente alle spalle di Pecco Bagnaia (oggi avanti 13 punti) dopo che per settimane durante l’estate aveva perfezionato l’operazione sorpasso. Martin ha dimostrato anche a Buriram di essere in gran forma, anche se Binder ha dato una mano all’italiano, che s’è ritrovato da terzo a secondo (quindi con 4 punti in più in classifica) poiché il francese nell’ultimo giro ha “pizzicato” la linea verde che delimita la traiettoria consentita.

MotoGP: la classifica piloti aggiornata

Martin ha però la possibilità di sfruttare anche la sprint race, che nelle ultime 5 occasioni in cui s’è corsa (in Australia è stata annullata per maltempo) lo ha visto chiudere davanti a tutti. Un tesoretto che proverà a incrementare sfidando Bagnaia, che invero non è sembrato così veloce negli ultimi appuntamenti.

Una sfida che si giocherà anche sulla capacità di altri piloti di inserirsi nella battaglia per il podio: in Thailandia solo Binder ha tenuto il passo dei due leader del mondiale, cosa riuscita a Zarco in Australia e (in parte) a Bezzecchi in Indonesia. Se la Spagna vuol completare il poker, Martin dovrà cercare di forzare la mano già in Malesia, pista dove le Ducati promettono di mettere tutti in riga, sfruttando i lunghissimi rettilinei di Sepang.

KTM pensa ad Acosta nel team ufficiale: Miller “retrocesso”?

Intanto un po’ a sorpresa radiomercato ha ripreso le trasmissioni, con la pazza voce che vorrebbe Pedro Acosta, possibile fab4 della stagione spagnola, in procinto in salire in top class ma passando direttamente alla factory del team KTM, anziché al team satellite GasGas. Dove verrebbe retrocesso Jack Miller, che invero in questa annata ha faticato tantissimo a tenere il passo del compagno di squadra Brad Binder.

La casa austriaca punta forte su Acosta, al punto da considerarlo l’erede naturale di Marc Marquez, e pertanto anticiparne la chiamata nel team ufficiale potrebbe anche rivelarsi alla stregua di una buona soluzione. A precisa domanda la KTM ha risposto che al momento i ruoli sono già stati definiti, con Miller confermato al fianco di Binder, Acosta promosso in MotoGP con il tedesco Folger e Pol Espargarò nel ruolo di collaudatore.

Ma le sorprese sono dietro l’angolo, e potrebbero riguardare anche la Ducati qualora a fine stagione Martin, magari con l’iride in testa, dovesse “reclamare” a suon di risultati il posto di Enea Bastianini accanto a Bagnaia nel team ufficiale. Che poi, risultati alla mano, sarebbe davvero una buona scelta? Tra qualche settimana l’ardua sentenza.

MotoGP: il calendario delle prossime gare

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