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2035: l’opportunità perduta

A dispetto di tutta la ricerca e sviluppo, e dei lusinghieri risultati ottenuti negli ultimi decenni a livello di emissioni, inquinamento anche a livello degli stabilimenti produttivi, consumi dei motori termici alimentati a benzina e gasolio, propulsione ibrida e quant’altro.

La decisione è stata presa, e massimi esponenti automotive sono concordi nell’affermare che uno “switch off” non è sostenibile; le proiezioni di estrazione delle materie prime per costruire gli accumulatori, ad esempio, sono allarmanti in quanto ne evidenziano un esaurimento precoce.
Ma facciamo un passo indietro, se proprio vogliamo puntare un dito contro l’inquinamento prodotto dalla combustione dei motori termici per gli spostamenti quotidiani, ritengo necessario puntualizzare alcuni aspetti: per soluzioni di mobilità (dal latino “mobilitas”, attitudine, capacità e facilità a muoversi, a spostarsi)ritengo che scooter elettrici siano la soluzione più sostenibile del momento, per la loro agilità nel traffico e le possibilità di parcheggiare senza occupare vaste aree nei centri urbani.

Sfruttano l’energia elettrica con un rendimento elevatissimo, per via del loro peso modesto e non ultimo un attrito contenuto per l’impronta a terra di due pneumatici anziché quattro, riescono a garantire autonomie superiori a quelle necessarie per gli spostamenti quotidiani a fronte di un modesto consumo di energia elettrica e tempi di ricarica contenuti. Solo le biciclette a pedalata assistita, grazie al contributo muscolare del conducente, riescono a far meglio quanto a rendimento energetico.

Se lo spostamento è un viaggio, o un trasferimento di una certa rilevanza, trovo le moto o le vetture termiche di ultima generazione gli unici veicoli con un modesto impatto ambientale. Chiaramente parto dal presupposto che qualsiasi spostamento tramite veicoli prevede inquinamento, e ritengo ridicole le code alle colonnine di ricarica per vetture elettriche in autostrada, o nei supermercati, con soste dilatate fino alla noia.

Ad esempio diversi studi hanno chiaramente evidenziato l’inquinamento prodotto da una ricarica di una vettura elettrica, nonostante le intenzioni della maggior parte degli utenti siano ecologiche: l’energia elettrica viene prodotta con carburanti fossili è l’unica cosa che cambia è il luogo dove avviene l’inquinamento.

E nessun acquirente è stato responsabilizzato sull’impatto ambientale delle batterie al litio a fine vita: non sono eterne, e andranno smaltite ad un certo punto.
Per cui, nel dubbio, mi vesto, scendo in garage e porto a fare un giro la “tedesca” sul passo del Muraglione, prima che un divieto me lo impedisca.

So di essere un “fossile”, profondamente legato alla benzina e al benessere che ne ricevo quando la combustione interna delle mie moto la brucia, ma ho un impatto ambientale sicuramente inferiore a quello del mio vicino di casa che guida una vettura(americana) da oltre due tonnellate di peso, che ha attraversato l’oceano a bordo di un cargo(che da solo ha inquinato più di tutte le vetture della mia città, cit. da uno studio di Quattroruote), e inoltre ha attinto energia dalla rete elettrica tutta la notte.

Clarence

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