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Marc Marquez, ecco che cos’ha esattamente e quando torna

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A parlare della frattura del pilota spagnolo è Ignacio Roger de Ona, primario della clinica Ruber di Madrid

Jerez de la Frontera rappresenta il dolore per Marc Marquez. Qui, tre anni fa, iniziò il suo calvario: una caduta, infatti, procurò all’otto volte campione del mondo la frattura dell’omero del braccio destro. Da allora, tanti interventi e terapie. Adesso, invece, quel Gp sarà costretto a saltarlo, sempre per le conseguenze di un incidente in pista, a Portimaocon Miguel Oliveira. In questo caso, parliamo di una frattura del primo metacarpo della mano destra che già gli ha fatto saltare Argentina e Stati Uniti.

Il medico di Marquez: “Per guarire dalle 4 alle 8 settimane”

Il medico che ha in cura Marquez, Ignacio Ruggero de Onaprimario della clinica Ruber di Madrid, ha raccontato per filo e per segno ad COME le difficoltà che sta attraversando il pilota spagnolo: “Non è stato difficile convincerlo a non partecipare al GP di Spagna, a parte la decisione che abbiamo preso, che è stata unanime all’interno del nostro team, gli esiti degli esami sono stati inviati alla Mayo Clinic e anche in Austria, al team Red Bull, e la risposta è stata unanime. Marc sapeva cosa c’era fin dal primo giorno, perché il giorno dell’incidente mi ha chiamato e la prima domanda che mi ha fatto è stata quella relativa alle tempistiche del ritorno. Io gli ho risposto da quattro a otto settimaneperché è una frattura molto particolare che richiede più tempo per il recupero rispetto ad altre fratture della mano”.

Marquez, che tipo di frattura si è procurato

Il medico entra nel dettaglio del tipo di frattura di Marquez: “La differenza è che quando si ha una frattura diafisaria di un osso qualsiasi che è rotto più o meno a metà, si può mettere una serie di viti su un lato della frattura, e il tutto è supportato da una placca che dà un assemblaggio rigido. Questo, ad esempio, è quello che ha permesso a Lorenzo e Pedrossa di correre con una clavicola rotta. Nel caso di Marc, quando si vuole rimettere a posto il pollice e mantenerlo nella posizione in cui dovrebbe funzionare, si ha a disposizione solo un’area estremamente piccola in cui è possibile inserire due viti di un millimetro e mezzo. Al momento, queste viti sono quelle che devono sopportare tutte le forze, quindi bisogna aspettare che l’osso si stabilizzi. Non si può fare affidamento sul materiale di osteosintesi per svolgere il lavoro dell’osso mentre questo guarisce, come nel caso di una frattura diafisaria. Bisogna aspettare che l’osso sia guarito a sufficienza per sopportare le forze trasmesse dalla MotoGP, e in un atleta come lui la media è di sei settimane“.

Marquez: quando lo rivedremo in pista

Il dottore De Ona, in conclusione, parla di tempistiche per il rientro in pista, ma anche dei potenziali rischi: “Dipende da cosa ci aspettiamo. Una frattura guarisce completamente nel secondo o terzo mese. Avrebbe ancora più tempo a disposizione, ma con quella che ha, il rischio è gestibile. La possibilità di un nuovo spostamento della frattura è bassa, e possiamo accettarla. Per quanto riguarda la possibilità che torni al 100%, Marco è molto ben preparato. Abbiamo cercato di aiutarlo a trovare metodi di insegnamento alternativi e ha mantenuto una buona forma fisica, al netto della pressione sulla mano, e quando tornerà potrebbe notare una maggiore stanchezza”.

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