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“Dopo Montmelò non riuscivo ad alzarmi dal letto”

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Il bicampione del mondo ha parlato al sito ufficiale della federazione raccontando i momenti terribili seguiti all’incidente di Barcellona

Si sta godendo le vacanze, Pecco Bagnaia, con la mente già rivolta a quel che lo attende nel 2024. Anno nel quale dovrà confermarsi sul trono iridato, col proposito di centrare la terza vittoria consecutiva nel mondiale piloti, ma anche dove convolerà a giuste nozze con la fidanzata Domizia, che porterà all’altare durante la pausa estiva dalle gare. Un anno che si preannuncia intenso, come intenso lo è stato quello appena passato, culminato con il trionfo centrato a Valencia dopo l’appassionante duello con Jorge Martin.

Il ricordo più brutto: l’incidente in Catalogna

Se c’è stato un momento che è rimasto impresso nella mente di Pecco, al di là delle tante vittorie ottenute (7, cui si sommano le 4 nelle Sprint Race), è impossibile non farlo coincidere con l’incidente del Montmelò, quando dopo essere caduto nelle prime posizioni del gruppo venne travolto dalla moto di Brad Binder, che lo colpì in pieno senza però procurargli fratture. Eppure quell’impatto gli ha provocato dolori tanto nel fisico, quanto nell’anima. “Il giorno successivo alla gara non riuscivo ad alzarmi dal letto. Avevo dolori in ogni parte del corpo, non sapevo davvero come poter reagire perché era una sensazione del tutto nuova. Non c’erano fratture, ma ero a pezzi. Ho dovuto fare uno sforzo mentale non indifferente per riuscire a ripartire e a rimettere assieme tutti i pezzi”.

Bagnaia ha spiegato anche perché ha deciso di svelare questo particolare soltanto a mondiale terminato, per giunta col secondo titolo in tasca. “Non volevo che diventasse un alibi. Soprattutto non volevo cercare una scusa per ciò che era successo, volevo solo voltare pagina e a reagire. Non ne ho voluto parlare perché la gente non avrebbe capito quello che mi passava in quel momento per la testa, così ho preferito tirare dritto”.

Lo stimolo giusto: “Martin mi ha spinto al limite”

In realtà quell’incidente ha segnato non soltanto la stagione di Pecco, ma un po’ anche il proseguo della sua carriera. “Ha rappresentato un punto di non ritorno, uno dei momenti peggiori da quando sono salito in moto. Non riuscire ad alzarmi dal letto è una sensazione che mai avevo provato prima, e che spero non dover mai più provare. Per fortuna ho saputo reagire e trovare la forza per cambiare prospettiva, e guardandomi indietro sono orgoglioso di quanto sono riuscito a fare”.

Il back to back è un premio alla costanza e alla determinazione messe in tutto ciò che ha fatto da marzo fino a novembre. “Non è stato facile riuscire ad avere ragione di Martin, che dopo aver fatto un po’ fatica nelle prime gare ha letteralmente cambiato passo e ha cominciato ad andare fortissimo. Nella Sprint Race s’è dimostrato il migliore, ma quella è una gara di pura velocità. Per riuscire ad essere competitivo la domenica c’è bisogno di qualcosa di più, e credo che noi abbiamo dimostrato come team di essere superiori nel formato classico”.

Sguardo al 2024: “Sarà una stagione ancora più difficile”

Il 2024 proporrà un nuovo spartito in MotoGP: la variabile Marquez, salito su una Ducati dopo aver salutato Honda (col quale correva da 11 stagioni), è la più incerta tra tutte quelle che si presenteranno al via. “Sicuramente mi aspetto una stagione più difficile di quella appena passata. La pressione però è un privilegio, senza quella sensazione non c’è divertimento. Per questo dico che è la sensazione più bella che si possa provare e spero di poterla assaporare ancora fino all’ultimo, com’è successo quest’anno grazie anche alle prestazioni di Martin, che mi hanno obbligato ad andare oltre i miei limiti. Adesso penso solo a riposare, ma so già che ci sarà da faticare il prossimo anno. Oltre ai due spagnoli, dico di dover stare attenti a Bezzecchi, alle KTM, a Morbidelli che è venuto in Ducati e ad altri rivali temibili. La cosa positiva è che vincere non stanca mai, e allora penso di essere tranquillo…”.

Marquez, futuro da scrivere: Ducati ufficiale o KTM?

Intanto proprio la presenza in Marquez nel team Gresini (motorizzato Ducati) è stato il pretesto per interpellare Gigi Dall’Igna, gran capo di Borgo Panigale, sulle reali prospettive del fuoriclasse iberico. “È successo tutto molto in fretta, non abbiamo avuto modo e tempo di capire quale strategia prendere. Bisogna però spiegare una cosa: Marquez non arriva in Ducati, ma va in un team clienti che dispone di una Ducati. Lui è sotto contratto con Gresini, quindi non avremo su di lui alcun controllo diretto. Chiaro che nel 2025 le cose potrebbero cambiare: se Marc andrà forte e se ci sarà modo di trovare un punto d’intesa nella sua gestione, non posso escludere a priori l’idea che possa diventare un pilota ufficiale Ducati. Ma per ora è una suggestione, e poi c’è tutta una stagione davanti”. E proprio dalla Spagna giunge voce che in realtà l’opzione Ducati (seppure clienti) sia soltanto un diversivo in vista del vero obiettivo di MM93, che punterebbe a sbarcare in KTM dal 2025. Chi vivrà, vedrà.

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